Lingua, respirazione, meditazione attiva e mental training

01.01.2021


Numerose ricerche confermano che la deglutizio- ne e la respirazione scorrette possano portare di- sturbi di vario tipo, in particolare nella postura. È possibile intervenire su questa con molti metodi: una pro- posta è quella di combinare il Metodo C.A.MO.® con la terapia miofunzionale.

Percorso miofunzionale

È necessario partire da un punto del palato - spot - dove l'apice della lingua a riposo, in condizioni fisiologiche, deve appoggiarsi (figura 1). Lo spot è la premessa per un movimento linguale corretto, ma è anche un interruttore che, premuto dalla lingua, illumina il sistema tonico posturale accendendo collegamenti cerebrali, con benefici a diversi livelli: coordinazione motoria, emozioni, apprendimento, stato di vigilanza, regolazione ormonale.

Il percorso di rieducazione funzionale della lingua è diviso in tre tempi propedeutici:
• esercizi per riequilibrare la muscolatura linguale e orofacciale a favore del movimento linguale corretto;
• esercizi di deglutizione corretta (figura2);
• esercizi per il condizionamento cerebrale.

Il percorso miofunzionale della lingua è sempre preceduto e coadiuvato da esercizi strutturali e di respirazione per dare, prima di tutto, libertà alla lingua stessa e a tutte le strutture a essa correlate e da essa influenzate. In particolare, la respirazione diaframmatica corretta è indispensabile per liberare il diaframma, muscolo, insieme alla lingua, fondamentale, considerato prioritario per un buon trattamento miofunzionale. Il diaframma (figura 3), infatti, si muove con la respirazione, 14-16 volte al minu- to, ovvero 20.000 volte al giorno. Agisce come una pompa respingente sugli organi viscerali riattivando la circolazione addominale, che in determinate condizioni può trattenere dal 30 al 50% del volume del sangue, il quale da stagnante torna circolante. Per questo il diaframma viene chiamato anche "secondo cuore".

La corretta funzionalità del diaframma aiuta anche la propulsione linfatica verso il canale toracico e il ritorno venoso e, con le sue compressioni, agisce pure sul sistema digerente, facilitando la digestione.

Frenulo corto

Innanzitutto, per frenulo s'intende quella parte di tessuto che unisce la parte sottostante della lingua al basamento della cavità orale: a differenza dei frenuli delle labbra, contiene fibre elastiche ed è osservabile alzando la lingua. Se il frenulo appare corto e grosso, può porre problemi per quanto riguarda la distanza fra i denti, creando un diastema anomalo (fessura tra i denti). In casi eccessivi, quando il tessuto che costituisce il frenulo non è abbastanza lungo da consentire il normale funzionamento della lingua, si viene a creare il quadro clinico definito come anchiloglossia.

Tale anomalia, limitantando la mobilità della lingua, complica alcune attività della vita quotidiana: per esempio articolare il linguaggio o contribuire al lavoro meccanico durante la masticazione del cibo. Fino a pochi anni fa si eseguiva una frenulotomia, ossia il frenulo veniva tagliato mediante un piccolo intervento ambulatoriale; oggi si può cercare di elasticizzarlo mediante esercizi specifici di allungamento, facenti parte del protocollo del percorso miofunzionale.

Metodo C.A.MO.®

NUOVE METODOLOGIE

Ideato e diffuso da Elena Martinelli, 

nasce come ginnastica personalizzata, basata sul riequilibrio posturale e sull'allenamento funzionale per ogni esigenza di genere e di età. Contribuisce in modo significativo alla valorizzazione delle scienze motorie applicate e in particolare l'attività motoria preventiva e compensativa finalizzata alla prevenzione e al recupero funzionale postriabilitativo.

Un ponte tra Oriente e Occidente

Dunque, deglutizione e respirazione corrette apporta- no benefici: è possibile unire le tecniche respiratorie e de- glutitorie ai percorsi posturali conosciuti e ottimizzare i tempi di riequilibrio e/o mantenerlo. A tal fine è possibile inserire nel protocollo di lavoro anche una parte dedicata alla meditazione, di particolare importanza al fine di ar- monizzare la mente con il corpo e viceversa. Mente e corpo sono un tutt'uno e, quindi, operativamente è necessario trattare il soggetto nella sua globalità e spaziare dall'aspetto strutturale a quello spirituale senza distinzione: la salute per essere mantenuta e/o ritrovata deve passare at- traverso questa unità.

Inoltre, è possibile creare una nuova realtà ambientale in cui regni l'armonia e per fare ciò è necessario che l'esse- re umano torni a risvegliare il potenziale di cui è natural- mente dotato.

Perciò, è stata condotta un'indagine che ha coinvolto un gruppo di persone di età compresa tra 18 e 45 anni. Il campione preso in esame era costituito da dieci soggetti di sesso maschile e femminile praticanti il Buddismo mahayana e dieci non praticanti, ai quali è stato effettuato un esame con apparecchio per misurare la saturazione di ossigeno e il battito cardiaco e il test con fluorescina (un particolare prodotto liquido colorato, inodore e insapore, che da un grado di colorazione arancione - in presenza di deglutizione corretta lascia sul pavimento della lingua il colore giallo uniforme) per verificare stato deglutitorio e respiratorio di partenza.

Dopo un primo incontro, durante il quale è stato illustrato il progetto di ricerca "Benefici della respirazione, della deglutizione e della meditazione buddista nell'attività fisica di genere", sono stati insegnati ed è stata richiesta l'esecuzione di tre esercizi di deglutizione (uno per lo spot, uno per il frenulo e uno per i muscoli orofacciali), di un esercizio di respirazione diaframmatica e di uno di respirazione a narici alternate, uniti al canto del Daimoku, che consiste nella ripetizione del mantra "Nam myoho renge kyo" (letteralmente: "Dedico la mia vita alla meravigliosa Legge del Sutra del Loto"), pratica meditativa, attiva buddista, diffusa da Nichiren Daishonin (gran-de saggio, religioso giapponese del XIII secolo), la quale permette alle persone comuni di sviluppare, far emergere e manifestare nel quotidiano la forza vitale che è latente in ognuno di noi, riuscendo così ad affrontare con coraggio, saggezza e compassione le difficoltà che si presentano nella vita.


Terapia miofunzionale

Il percorso miofunzionale, così come impostato da Antonio Ferrante, è finalizzato all'insegnamento della deglutizione corretta, quando questa risulti viziata e perciò causa di problematiche posturali. Grazie a questo percorso è possibile rieducare la funzionalità della lingua: la rieducazione funzionale è caratterizzata da esercizi finalizzati a imprimere una spinta sul palato con un movimento   anteroposteriore all'interno della bocca. Spesso però, per innumerevoli cause, la lingua lavora in maniera scorretta e applica una spinta contraria verso le strutture dentarie, causando una serie di disturbi e patologie, quali malocclusioni (morso aperto o coperto), diastemi (spazi tra i denti), palato stretto e affolla- mento dentario, piorrea. I ritmi fisiologici dell'atto deglutitorio hanno una logica ben precisa con lo scopo di preservare le strutture vicine e, per effetto delle catene muscolari, an- che quelle lontane. Quando la lingua funziona male, le strut- ture limitrofe sono costrette a sovraccaricarsi ogni volta che si deglutisce (1600-2500 volte al giorno). Le conseguenze quindi non si esauriscono all'interno della bocca, ma si river-

sano sulle articolazioni temporomandibolari, sul collo, sulle ginocchia e sugli alluci (alluce valgo, ginocchia valghe). L'at- to deglutitorio è il risultato dell'azione congiunta di ben 68 muscoli a capo dei quali c'è la lingua, che ha il compito di accompagnare il bolo nella faringe. Nel fare ciò, essa interferisce anche su organi, sistemi e funzioni come la vista (per i collegamenti neurologici tra il collo e il muscolo ciliare, la lingua stessa e i muscoli oculomotori), la respirazione (perché con una postura scorretta della lingua si tende a respirare dalla bocca, ma anche per le relazioni strutturali tra lingua, osso ioide e diaframma), le adenoidi e le tonsille (sottoposte a un superlavoro per far fronte all'emissione di aria non filtrata divengono fonte di problemi), i sistemi uditivo e vestibolare (otiti sierose e purulente, acufeni e vertigini) e il sistema digerente (aerofagia e coliti per ingestione di aria).

Queste problematiche possono presentarsi associate a deviazioni posturali tipiche della sindrome glosso posturale, caratterizzata da capo anteposto, scapola anteriore, aumento delle curve fisiologiche della colonna e ginocchia valghe.

A queste procedure è stato aggiunto un allenamento mentale che prevede l'esercizio di scrivere affermazioni rivolte al bilanciamento posturale unito alla visualizzazio- ne e all'ascolto di frasi che hanno come fine la stabilizza- zione di schemi mentali rivolti al potenziamento della ri- programmazione dello schema motorio corretto.

Il protocollo ha avuto una durata di tre settimane, tempo minimo per programmare nuove abitudini con l'obiettivo di farle entrare a far parte del quotidiano automatizzandole. Al termine del protocollo i partecipanti di entrambi i gruppi hanno dichiarato di stare meglio sul piano posturale, soprat- tutto in zona cervicale, e di aver preso maggiore coscienza e conoscenza del proprio corpo e delle abitudini posturalmen- te scorrette. Altrettanto positive si sono dimostrate le misura- zioni con l'apparecchio per la saturazione dell'ossigeno e il battito cardiaco, migliori delle precedenti in entrambi i grup- pi; con il test della fluorescina si è notato un riposizionamen- to della lingua, soprattutto della parte anteriore della zona dello spot, nonché un riferito miglioramento della respira- zione comune ai due gruppi e dovuto alla presa di coscienza della modalità di respirazione durante il canto del Daimoku che risveglia, riattiva e apre tutti e cinque i sensi oltre alla par- te percettiva, attentiva e subconscia della persona che lo pra- tica con costanza.

Tiziana Pezzetti

Miofunzionalista,
Docente A.C.
Università degli studi di Firenze

BIBLIOGRAFIA

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• ESPERIA ISTITUTO BUDDISTA ITALIANO SOKA GAKKAI (a cura di). Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin. Vol. 1. Peschiera Borromeo (MI): Esperia, 2008.

• FERRANTE A. Manuale pratico di terapia miofunzionale. Roma: Maparrese Editore, 2004.

• FERRANTE A. La nuova terapia miofunzionale. Ed Limitate, marzo 2017.

• GARLINER D. Importanza di una corretta deglutizione. La lingua, madre di tutti i mali. Perugia: Futura editore, 1996.

• IKEDA D. Il bene più prezioso. Peschiera Borromeo (MI): Esperia, 2014.

• MARIC M. La scienza del respiro. Milano: Antonio Vallardi, 2017. • MARTINELLI E. Mal di schiena. Prevenzione e trattamento. Postu- ral Back School. Metodo C.A.MO.® Firenze: Masterbooks, 2017. • MARTINELLI E. Prevenzione del mal di schiena di origine mec- canica con attività motoria e comportamentale. Approfon- dimenti di patomeccanica e biomeccanica rachidea. Firenze: Firenze University Press, 2014.